Con un comunicato stampa del 17 luglio l’Organismo Congressuale Forense difende la legge sull’equo compenso, definendo inaccettabili ed incostituzionali i tentativi di modifica in corso in queste ore da parte di ANAC in occasione della revisione del Codice Appalti

Sono attualmente in corso i lavori della Cabina di Regia ministeriale sul Codice dei contratti, voluti da ANAC e che puntano a modificare anche la legge sull’equo compenso.

L’allarme arriva dall’Organismo Congressuale Forense, preoccupato dal tentativo dell’Autorità di depotenziare le norme sull’equo compenso in materia di appalti pubblici.

Il Responsabile del dipartimento equo compenso di OCF, Piefrancesco Foschi, evidenzia che mentre le banche le assicurazioni e le grandi imprese (tutti soggetti privati) si sono adeguate ai nuovi principi a tutela dei professionisti introdotte dalla legge, l’Autorità Nazionale anticorruzione continua ad invocare un trattamento privilegiato per disattendere una legge dello Stato fondata su principi costituzionali.

Nel comunicato stampa, pubblicato il 17 luglio scorso, OCF dichiara “inaccettabili i continui tentativi, in particolare da parte di ANAC, di minare i principi stabiliti dalla legge n. 49/2023 sull’equo compenso, legge che è una diga a protezione delle professioni contro la dequalificazione e proletarizzazione delle prestazioni intellettuali, garantendo una retribuzione equa e proporzionata al lavoro svolto, come previsto dagli articoli 35 e 36 della Costituzione”.

Il comunicato definisce inoltre incoerente l’attacco all’equo compenso: “se vi è un problema riguardo ai costi delle prestazioni professionali negli appalti, non ha senso minare il principio di equa retribuzione sancito dalla legge. Piuttosto, si dovrebbe affrontare con le categorie professionali e i ministeri competenti la valutazione dei parametri o tariffe vigenti, solo se e quando presentino distorsioni significative, seguendo le modalità di revisione periodica”.

In conclusione e fermo restando che “la legge c’è e non si torna indietro”, OCF chiede il coinvolgimento dell’avvocatura e delle altre categorie professionali nella cabina di regia per la modifica al Codice dei Contratti.

Fonte “Altalex.com” del 23/07/2024