Nel corso del convegno “1923-2023 i cento anni della Corte di cassazione unica”, alla presenza del Presidente Mattarella, Greco ha posto l’attenzione sulla recente presa di posizione della Corte per cui la procura sarebbe valida solo se temporalmente e localmente contestuale al ricorso
Una stoccata contro l’eccessivo formalismo delle decisioni di “Piazza Cavour” arriva dal Presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco durante il convegno di questa mattina sui “1923-2023 i cento anni della Corte di cassazione unica” alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli.
La Presidente della Suprema corte Margherita Cassano ha affermato che “la Corte è attualmente impegnata in una riflessione corale sul suo ruolo”, per garantire “qualità e tempi nella risposta giudiziaria nella definizione di un numero di ricorsi che costituisce un unicum nel panorama europeo, oltre che attenzione ai profili organizzativi”. Cassano ha poi sottolineato che alla Cassazione “la proficua esperienza dei dialoghi sul ricorso per cassazione in ambito civile e penale avviata in collaborazione con il Consiglio Nazionale forense al fine di promuovere la qualità della domanda e della risposta giudiziaria”.
Il Presidente del Cnf a sua volta ha rievocato il “legame profondo” tra Avvocatura e Corte di cassazione che “non riguarda solo l’istituzione dell’Avvocatura ma tutti gli avvocati abilitati al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori” per avere una “parola definitiva sulla domanda di giustizia”. “Oggi, tuttavia – ha proseguito Greco -, non posso esimermi dall’esprimere la preoccupazione con cui gli avvocati italiani si rivolgono alla Corte di Cassazione, la quale negli ultimi anni ha indirizzato la sua attenzione verso un rigoroso, a mio parere, eccessivo formalismo”.